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Ebbene sì è giunto il fatidico momento del rientro… a casa. In concomitanza col rientro a scuola per i ragazzi anche per le orchidee è giunto il momento di tornare dalla vacanza estiva passata all’esterno.
All’arrivo di settembre inizio a tener d’occhio le previsioni del tempo, in particolare controllo le temperature. Alcune orchidee, come le phalaenopsis, non gradiscono temperature inferiori a 15°C e se poi sono bagnate dalla pioggia il rischio che subiscano danni è ancora maggiore.
Le temperature e la pioggia
Quando vanno riportate in casa le orchidee?
Non c’è un giorno preciso, tutto dipende dalle temperature e dalla presenza o meno di precipitazioni.
Le orchidee che di solito coltiviamo in casa sono da clima intermedio-caldo o intermedio-fresco, quindi sono abbastanza adattabili a temperature leggermente più alte o leggermente più basse di quelle preferite.
Per quelle da intermedio-caldo è consigliato non scendere sotto i 15°C soprattutto se bagnate, mentre per quelle da intermedio-freddo si può scendere ancora, intorno a 10°C senza rischiare di rovinarle.
Le piante possono sopportare temperature inferiori a queste per qualche tempo soprattutto se sono asciutte. Quindi se il tempo è incerto e le nostre amate orchidee sono ancora all’esterno è meglio che siano riparate dalla pioggia.
Pianificare i trattamenti
Le prime volte, il momento del rientro consisteva semplicemente nel prendere le orchidee e riportarle in casa, per poi ritrovarmi con una serie di problemi faticosi da gestire in un ambiente casalingo.
Quando il meteo mi avverte che le temperature si stanno abbassando, inizio con un primo trattamento con fungicida sistemico.
In contemporanea inizio ad aggiungere all’acqua che uso i microelementi che ho notato aiutano a sostenere le piante negli sbalzi repentini di temperatura.
Al momento del rientro, comunque non prima di una settimana dal primo trattamento, innaffio le piante con un insetticida sistemico in modo da non portare in casa formiche o vespe. Questo trattamento lo faccio la sera prima in modo da non creare danni agli “insetti buoni”.
Preparare la casa
Se, come me, riutilizzate i sottovasi che in inverno sono in casa e in estate all’esterno è il momento di armarsi di spugnetta e detersivo.
Oltre a lavare i sottovasi ho preso anche l’abitudine di disinfettarli (basta un po’ di alcol) per diminuire la possibilità di contaminazioni o malattie.
Cosa mettere nei sottovasi?
Visto che i posti che ho in casa sono vicini ai termosifoni, ho cercato un modo per mantenere più umidità possibile. Mi era stato consigliato di riempire i sottovasi con argilla espansa. Ho provato e mi sono trovata bene solo per un po’, poi l’acqua con il concime a lungo andare crea una patina sull’argilla e un odore non proprio gradevole.
Quest’anno proverò a mettere dei pressini per conserve in modo da non lasciare i vasi in ammollo e comunque lasciare dell’acqua nel sottovaso. Come andrà l’esperimento?
Luce e ventilazione
Posizioniamo le orchidee in luoghi luminosi.
Alcune specie come ad esempio le Cattleya e gli Oncidium gradiscono qualche ora di sole nei mesi autunnali e invernali, quando il raggi del sole non sono troppo caldi.
Altre specie, invece, come le Phalaenopsis e i Paphiopedilum, hanno bisogno di meno luce e si possono posizionare dietro una tenda o comunque dove non arrivano raggi solari diretti.
Per garantire una buona ventilazione ed evitare l’insorgenza di malattie fungine possiamo posizionare le orchidee distanziate tra loro. Invece se lo spazio è poco e le nostre orchidee sono molto vicine possiamo aggiungere dei piccoli ventilatori.
Prima e dopo… qualche foto
Vi lascio qualche immagine di dove tengo le mie orchidee e le fioriture attuali