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Dare da bere alle orchidee, specialmente per chi è alle prime armi, può fare sorgere parecchi punti interrogativi. C’è da dire, però, che anche i più esperti in materia provano spesso tecniche diverse per capire se l’orchidea di casa apprezzi di più un modo o l’altro.
Bene, vediamo allora un po’ di tecniche di annaffiatura, e poi scoprite quale fa per voi!
L’immersione
È forse la tecnica più diffusa per dare da bere all’orchidea: semplice, veloce, efficace.
Si tratta di immergere il vaso fino all’orlo in acqua a temperatura ambiente. È quella che uso anch’io, perché, specialmente se avete tante piante, si fa prima.
Bisogna solo fare attenzione a non bagnare le foglie e il colletto dell’orchidea: se l’acqua ristagna vi farà marcire la pianta in quattro e quattr’otto.

Di solito faccio anche “riposare” l’acqua per un’oretta (ma se me la dimentico lì tutto il giorno è anche meglio), questo perché così evapora l’eventuale presenza di cloro e si depositano minerali e metalli.
A questo punto avete 2 strade:
- “Pucciare” come un biscotto il vaso 2-3 volte, lasciarlo gocciolare un po’ e poi riporlo al suo posto.
- Lasciare il vaso in acqua per 10-15 minuti, poi estrarlo, lasciarlo gocciolare e riporlo al suo posto.
Direi che il primo metodo ben si adatta a orchidee come le Phalaenopsis (vedi foto), mentre il secondo è perfetto per tutte quelle munite di pseudobulbi, come gli Oncidium ad esempio, oppure per piante particolarmente disidratate.
Pro
- Risparmio d’acqua
- Possibilità di versare in acqua del concime liquido
- Il substrato assorbe bene l’acqua
Contro
- Il substrato potrebbe assorbire troppa acqua, specie se è vecchio, deteriorato o se il vaso è grande, e quindi faticare ad asciugarsi
Annaffiare le orchidee con acqua corrente
C’è anche chi prende il vaso e molla l’acqua del rubinetto nel substrato per qualche secondo. O in alternativa, versa l’acqua dall’alto nel vaso, quindi senza rubinetti ma magari con l’ausilio di una bottiglia o simile.

Pro
- L’acqua scorre e porta via eventuali impurità
- Il substrato asciuga prima
Contro
- L’acqua del rubinetto non è alla temperatura dell’ambiente di casa! Potrebbe essere troppo fredda (o più raramente troppo calda) causando uno shock alle radici
- Non si riesce a essere sempre precisi con il getto
- L’acqua del rubinetto di solito è trattata con un po’ di cloro: basta lasciarla riposare un quarto d’ora perché evapori quasi tutto.
- Riflettiamo sullo spreco d’acqua del rubinetto: eventualmente mettete da parte un po’ d’acqua e usate quella.
Annaffiatura con lo spruzzino
Lo spruzzino è un metodo abbastanza comodo per non inondare d’acqua la pianta e darle velocemente da bere. Personalmente però lo evito perché negli anni sono stati più i problemi che mi ha dato che altro. Lo uso solo in un’occasione, e ora vi spiego i pro e i contro di questa tecnica.

Pro
- Velocità del gesto
- Praticità
- Si evitano eccessi idrici (di solito…)
Contro
- Il getto non è preciso, è facilissimo che qualche gocciolina raggiunga l’ascella fogliare (il punto in cui la foglia si attacca al “fusto”) e se non asciuga in tempi rapidi perdete la foglia (se vi va bene) o addirittura la pianta. Due giorni dopo ve la trovate con tutte le foglie per terra: datele pure l’estremo addio.
- L’acqua nello spruzzino potrebbe ristagnare lì chissà quanto a lungo, favorendo la nascita di batteri.
L’unica occasione in cui annaffio le orchidee in questo modo è quando devo dare acqua a quelle che in inverno vanno a riposo vegetativo, e che trasferisco in una stanza fresca/fredda della casa. In quel caso il substrato farà ancora più fatica ad asciugare fra una bagnatura e l’altra; mi serve un metodo più leggero, che asciughi subito, e lo spruzzino fa al caso mio.
Unico avvertimento: regolate il becco dello spruzzino in modo che il getto sia più diretto, e meno diffuso. Diminuirete il rischio che l’acqua finisca tra le foglie.
L’unica annaffiatura da evitare…
Quella che qualsiasi coltivatore/trice casalingo/a dovrebbe evitare come la peste è la terribile annaffiatura con il sottovaso!
Mai, MAI, mettere un sottovaso pieno d’acqua ad un’orchidea!
Certo, a patto che non vogliate sbarazzarvene. È il modo giusto.

Il ristagno d’acqua per le piante di orchidea è fatale: vogliono sì umidità, ma è intesa più che altro come umidità dell’aria. Il substrato invece lo dovete sì bagnare, ma dovete anche dare il tempo che si asciughi, le radici devono respirare.
Ricordate che in natura le radici di molte orchidee vivono all’aria aperta: piogge frequenti ma asciugature altrettanto rapide.
Il vaso è una forzatura: toglie aria (specie quando è grande, pieno di bark o vecchio) e trattiene umidità a lungo.
Quindi controllate che la vostra orchidea non sia costantemente bagnata, le radici devono avere il tempo di diventare color argento. Questo sarà il segnale che è ora di dare da bere.
La temperatura di casa mia è molto umida dato che vivo fronte mare ogni volta che annaffio le piante in immersione per 30 minuti marciscono ho perso tante orchidee non riesco a capire come annaffiarle per farle sopravvivere…sembra quasi che non abbiano affatto bisogno di acqua in inverno…il terriccio non asciuga..
Ciao Serena!
30 Min di immersione sono troppi. Anche in estate sono consigliati al massimo 15 Min. Avendo tanta umidità ambientale ti consiglio di annaffiare a bordo vaso come faresti con una qualunque pianta d’appartamento. Inoltre per aiutare l’asciugatura puoi praticare dei fori sulla superficie laterale del vaso e aumentare la ventilazione magari con un piccolo ventilatore.
Buongiorno
Grazie per l articolo, è scritto in modo molto chiaro. Avrei una domanda: ma l’ argilla espansa può essere messa nel sottovaso?? Grazie
Sì Monica, puoi metterla, ma non aspettarti grandi risultati perché l’effetto è molto blando sulla pianta 🙂