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Quasi dieci anni fa ho fatto i miei primi acquisti sconsiderati di orchidee “strane”, ho cercato subito informazioni in internet e ho trovavo un sacco di indicazioni alle volte in contrasto tra loro, ma soprattutto indicate per i già esperti.
Non avendo tra le mie conoscenze appassionati di questo genere di piante ho iniziato a cercare su Facebook un po’ di aiuto. Mi sono imbattuta nelle dettagliatissime risposte di Diego, ed è così che è nata una bella amicizia.
E ora vi presento Diego Tschurtschenthaler, bolzanino. La mia, e non solo mia, guida in questo intricato mondo vegetale.
Chi è Diego e come è nata la tua passione?
La mia passione per le piante è nata a quanto pare a circa 18 mesi di vita.
Sembra che sia rimasto incantato da un enorme mazzo di gladioli rossi portato in omaggio dalla mia madrina a mia madre, da lì mia madre non è più stata libera di avere un fiore in casa che io non notassi.
La stessa cosa accadeva quando si usciva, sia che fossero negozi, bancarelle di fiori, giardini, o boschi, ammiravo ogni pianta. Anche se all’inizio non distinguevo gli ortaggi dai fiori, ero un bambino sicuramente un po’ distruttivo, mi piaceva aprirli e vedere come erano fatti, e spesso li disegnavo e replicavo su carta.
La passione per le orchidee è nata in seguito, soprattutto sfogliando libri ed enciclopedie dei mie genitori, come ad esempio “Le grandi distese selvagge”. Ovviamente ero attratto più dalle foto che dai testi all’inizio.
Dove coltivi le tue orchidee e quante ne hai? È sempre stato così?
La veranda è stata costruita in seguito. I primi approcci furono con delle serrette amatoriali fatte di film plastico, utilizzate solo nel periodo invernale. Erano realizzate alla buona con dei profili in legno spesso rivestiti con film plastico, in modo tale da creare un’intercapedine di aria statica (questo solo per la struttura esterna), e in aggiunta una struttura con scaffalature zincate recuperata da una serretta da esterni posta all’interno, praticamente come una serra in una serra.
Le avevo munite di un ventilatore, di una lampada ad incandescenza per aumentare la temperatura di qualche grado e di un termometro per monitorare il tutto, ottenendo una minima notturna di 12 °C. Questo comportava però di doverle aprire e chiudere ogni giorno, appena ci batteva il sole o quando andava via, e in estate smantellavo tutto o coltivavo in un angolo del giardino semi abbandonato che avevo rimesso a posto, dove le orchidee prosperavano e si rinvigorivano.
In prevalenza, al momento, coltivo in una veranda in un condominio sia in inverno che in estate. Ha vetri scorrevoli e veneziane. Il supporto per le piante sono delle scaffalature zincate, e ho aggiunto dei mist e umidificatori per mantenere temperatura e umidità.
All’inizio prima di serre e verande ho coltivato anche in casa, ma con molte limitazioni.
Ora ho una piccola collezione che oscilla tra le 100 e 160 orchidee. Ho piante più che altro di grossa taglia, non sono tanto per le miniature, lo ammetto.
Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato?
La prima difficoltà in assoluto è stata reperire informazioni sulla coltivazione delle orchidee: ho quasi 50 anni, e da giovane oltre a non trovare la miriade di ibridi e botaniche che oggi sono disponibili sul mercato, avevo grosse difficoltà a trovare i nominativi delle aziende specializzate in orchidee.
Le etichette che identificano le piante con tanto di nome del grossista venivano regolarmente rimosse prima di essere messe in vendita nelle vetrine dei negozi di lusso del centro storico bolzanino. Mostre e associazioni vicine non ve ne erano ancora.
Per quanto riguarda i libri, invece, non se ne trovavano che avessero una bibliografia seria. Il mio primo libro serio era un piccolo manuale di coltivazione di Giorgio Oelker (della casa editrice Edagricole edizione italiana a cura di Gastone Sbrana): era talmente ben fatto, che ancora adesso è attuale per la coltivazione, ovviamente non più per i nomi grazie ai tassonomisti, che hanno rivoluzionato il tutto, creando una miriade di sinonimi per una singola pianta.
Come tutti, ho avuto pure io problemi per le condizioni ambientali: non tutte le orchidee sono adatte alla coltivazione domestica a causa della poca umidità ambientale, poca ventilazione, poca luce e alle volte era un hobby che non era apprezzato da mio padre.
Ora hai qualche difficoltà nella coltivazione?
Tutti abbiamo difficoltà con qualche pianta, c’è sempre una pianta più difficile da coltivare delle altre, e nelle collezioni miste tale problema è sempre presente! Alle volte per lavoro o problemi famigliari, spesso una collezione ne risente.
Avere molte orchidee può essere un problema?
Penso di si, ma anche averne poche a dire il vero vincola, o badare a un animale o a un anziano: devi delegare qualcuno al tuo posto, oppure rinunciare ad alcune cose, come alle ferie o a viaggi molto lunghi. Sta di fatto che sono scelte personali, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Inoltre non è solo la questione di quantità, ma anche di come le coltivi: ci sono orchidee che hanno bisogno di acqua una volta a settimana, invece altre richiedono cure quotidiane, come ad esempio le zattere o piante a radice nuda. Non tutti possiedono automatismi come in una serra, le finestre di una veranda non si aprono e chiudono da sole, come nemmeno i serbatoi per l’umidificazione si caricano da soli.
Sei molto attivo su Facebook e distribuisci tanti consigli. Quanto tempo dedichi ogni giorno? Ricevi molti messaggi privati per consigli?
Cosa ti piace e cosa no?
In realtà sono attivo solo in un gruppo, quello del signor Pozzi Orchidee, una medicina per l’anima: lì sono moderatore, ma ammetto che mi impegna talmente tanto che non riuscirei a seguire altri gruppi come moderatore o come semplice iscritto.
Mi è capitato spesso che mi chiedessero di fare da moderatore ad altri gruppi di orchidee, ma ho dovuto sempre dire di no, anche per non essere scorretto nei confronti degli altri, oltre a non aver tempo.
Ricevo molti messaggi per quesiti fitoiatrici o altro, ovviamente meglio che mi contatti in tale modalità un numero limitato di utenti, per questioni di tempo. Preferisco i quesiti nel gruppo, ma comprendo che molti gradiscano consigli mirati, perché nei post pubblici purtroppo spesso non tutti gli interventi sono azzeccati.
Cosa non mi piace, come qualsiasi moderatore e amministratore di un gruppo, è di dover ricordare in continuazione il regolamento. Alle volte ti capita un interlocutore ragionevole, che si scusa e si lascia insegnare qualcosa. Altre volte capitano dei veri villani egocentrici, che non contenti dopo il richiamo sentono il bisogno di insultarti con messaggi privati solo per avere l’ultima parola. Ecco questa è la parte spiacevole.
Capita anche di intervenire in un post dove chiedono un aiuto, ma sembra che proprio chi ha posto la domanda non abbia interesse ad essere aiutato, non accettando i consigli e non rispondendo ai tuoi quesiti mirati e specifici; in questo caso però ritengo che valga la vecchia scuola: si impara dai propri errori, ci si impiega di più, magari molti anni, ma a forza di sbattere la testa contro un muro si impara. L’importante è arrivare a un risultato 🙂
Secondo te, negli anni, è cambiato il mondo orchidofilo?
Sicuramente è cambiato, alle volte in meglio e alle volte in peggio, dipende sempre dai punti di vista.
Adesso ci sono molti più eventi orchidofili e molte più associazioni, magari non tutte sono così coese, funzionali e organizzate, magari ci sono state tante frammentazioni, litigi tra i vertici, gelosie, competizioni vere e proprie. Altre che si sono sciolte per troppe incombenze burocratiche o per altri motivi. Sta di fatto che dietro a un’associazione c’è sempre molto lavoro.
Come nella vita, su Facebook, su un forum o altro, è sempre difficile far andar d’accordo tante persone, anche se legate da una passione comune. Tutti nutriamo simpatie o antipatie a priori, e non tutto è realizzabile, è semplicemente la vita, bisogna prenderla con filosofia.
Anche contattare tutti gli espositori, invitarli, trovare una buona postazione per il loro stand, invitarne il giusto numero con tipologia merceologica diversa, e fare i conti con la tassazione IVA per gli stand stranieri (che li disincentiva a venire ai nostri eventi in Italia), è un lavoro piuttosto complesso.
Invece se parliamo di offerta sul mercato in termini di orchidee, rispetto al passato è diminuita la proposta di specie botaniche ricercate e di importazione, o meglio sono in pochi a introdurle con regolarità, impoverendo nettamente l’offerta. Sono i collezionisti a risentirne di più, cioè coloro che sono interessati a prodotti di coda lunga e meno commerciali.
È palese però che è aumentata sicuramente la proposta di ibridi più commerciali coltivati in fibra di cocco da parte dei grossisti, inondando il mercato e ogni canale di distribuzione. Questo comporta anche un cambiamento nell’immagine dell’orchidea come un fiore di valore e raro, come veniva vista in passato: ora questo è stato sdoganato da chi compra orchidee esclusivamente commerciali, e non comprende perché una Cattleya Porcia “Canizzaro” o una Cattleya Hardyana possano costare una cifra molto importante.
La COVID ha avuto qualche ripercussione anche nell’ambito delle orchidee?
Sicuramente sì: meno mostre, meno merce disponibile, tanti danni economici, soprattutto grossisti che distruggevano la merce pronta alla vendita per fare spazio al resto della produzione, dato che lavorano come una catena di montaggio. Non parliamo poi del fatto che in quel periodo non era possibile comprarsi un paio di mutande, calze, una padella o prodotti di cancelleria, figurarsi una pianta!!!
Hai un’orchidea preferita?
Ho diversi generi che gradisco. La caratteristica comune a tutti è che hanno fiori grandi, appariscenti e molto colorati, quindi propendo per Cattleya, Vanda, Coelogyne, Sobralia, Lycaste, Aguloa e Phragmipedium.
Hai mai pensato di coltivare orchidee per professione?
Avendo studiato per diventare un esperto orto floricoltore, frutti viticoltore e perito agrario, sì, confidavo in un lavoro nel campo, e già da giovane ero molto competente. Ora lo sono solo di più.
Mi sono accorto, nel corso degli anni, che il mio settore floricolo regionale di certo non era predisposto verso le figure professionali come le mie, un po’ per problemi etnici e relative discriminazioni, e un po’ per questioni di mentalità limitata, dato che vale più una maestra fiorista o un semplice venditore che un operaio qualificato di un certo livello.
Il problema è solo di mentalità limitata, non di competenza, credo sia più semplice gestire una persona che esegue e ha poche conoscenze tecniche.
Probabilmente, fossi stato figlio di un agricoltore forse sarebbe stato diverso per me, ma ripensandoci, per come si evoluta la floricoltura altoatesina attuale, si è tutto livellato a puro commercio, in cui non si vede più niente che colpisca veramente l’attenzione.
Nessuno da più consulenze tecniche di qualità, si mira solo alla vendita, quasi come in un supermercato. Quello che non si vende si svende o si butta.
C’è qualche orchidea nella tua lista dei desideri?
- Phragmipedium kovachii
- Disa uniflora
- Coelogyne x burfordiense
Si faccia una domanda e si dia una risposta
Vorresti scrivere un libro di coltivazione?
Sì, mi piacerebbe, in collaborazione con altri esperti del settore oppure con hobbisti. Vorrei però che ricordasse le linee guida di un libro delle Edagricole del passato, un vero manuale di coltivazione, che indichi le esigenze basilari e i diversi trucchi di coltivazione, non solo belle foto e belle storie.
Link utili
Gruppo facebook Orchidee, una medicina per l’anima
La mostra da Schullian dove se siete fortunati potete incontrare Diego
Diego è una enciclopedia vivente. Le sue risposte sul gruppo sono da studiare. Lo stimo moltissimo e sarei felice di comprare un suo libro. Forza Diego!
Grazie Dania del tuo commento!!!
L’essere fortunati è un privilegio. E bisogna esserne consapevoli. Faccio parte della folta schiera dei “miracolato da Diego” e quando una risposta arriva da lui hai la piena certezza che farai la cosa più opportuna, non solo sa darti sempre l’informazione che ti serve, ma la sa bilanciare secondo chi ha davanti! Ogni tantiiissimiii consigli gli scappa una risata,quasi mai la pazienza,e a volte scappa a me che leggo! È come uno di quei prof universitari che stimi così tanto da non dare l’esame per evitare di farci una figuraccia, eppure non si mette mai in cattedra! 44000 fortunati ringraziano il loro Guru dalle loro finestre fiorite!
Grazie Marcella, per la tua testimonianza! Mi sento molto fortunata anche io di conoscere Diego ed aver potuto trarre beneficio dai suoi saggi consigli! Spero che con questa intervista molti possano apprezzare ancora di più Diego e il tempo che dedica agli altri.
Apprezzo molto le capacità professionali di Diego e qualche volta ne ho approfittato anche se credo abbia compreso che ho molte lacune e poco spazio per la coltivazione delle amate orchidee, mi accontento e seguo con piacere i suoi insegnamenti, un grazie di 💕.
Grazie Carla!
Diego è molto paziente anche quando gli si chiedono le stesse cose mille volte 😉