Prima di tutto, un plauso ? e un grazie a Manuela che ha avuto il guizzo giusto regalandomelo: era nella mia Lista dei Desideri ?.
L’ho sempre ammirato, e non penso di essere l’unica, per la grazia del suo fiore candido, bianco neve, da cui il nome Niveum. Sfoggia dei piccolissimi puntini viola al centro e svetta sopra ad una miniatura dalle foglioline scure e maculate.
Appena arrivato il regalo (proveniente dal vivaio tedesco Orchids & More) mi sono subito affrettata a svasarlo: radici in buono stato ma rinvaso necessario! Ed ecco il consueto mix di carbonella (dalla stufa di casa) e orchiata, in percentuale 50/50, in vaso trasparente… che le radici, si sa, è sempre meglio tenerle d’occhio.
A dicembre 2018 la piantina ha 1 vegetazione, non è in crescita e misura circa 10 cm. Eccolo svasato:
E rinvasato:
Paphiopedilum niveum: chi è?
Ma andiamo a presentarlo un pochino, anche e soprattutto a me stessa, visto che ho l’onore e l’onere di renderlo magnifico.
Il Paphiopedilum niveum (Stein, 1894) è una miniatura piuttosto compatta, una specie botanica, cioè che si trova direttamente in natura, usata tantissimo per le ibridazioni: è infatti padre o parente di una mole impressionante di orchidee che si trovano oggi in commercio.
Abita felicemente tra Tailandia e Malesia, lungo la costa della penisola e sulle isole, dove però l’eccessiva raccolta lo ha reso un po’ raro.
Lungo costa vuol dire che lo troviamo da 0 a 60/100 metri di altitudine, in posizione nord-nord ovest, e sembra si diverta a osservare il mare dagli anfratti delle scogliere, appollaiato su un po’ di humus o muschio.
Come quasi tutte le orchidee non ama il sole diretto, ma si è scelto posti luminosissimi grazie al riflesso potente dell’acqua.

Temperature
Fiorisce fra primavera ed estate producendo uno stelo eretto con un fiore molto grande rispetto alla pianta (occasionalmente 2 fiori), e visto il suo habitat naturale non può che essere un’orchidea da caldo.
Tanto per farci un’idea, ecco il grafico delle temperature massime e minime nell’arcipelago delle isole di Langkawi:
Quindi per coltivarlo al meglio abbiamo bisogno di caldo, umidità all’80% circa, buona circolazione d’aria. Occhio che è sensibile all’accumulo salino sia nel substrato che nell’acqua di irrigazione, quindi forse meglio annaffiare con acqua distillata. Concime 1 volta/mese in stagione, a riposo in autunno-inverno.
Nei mesi invernali lo possiamo innaffiare un po’ meno, senza comunque lasciare troppo a secco il substrato, e abbassare il livello di umidità al 60-70%… il che, visto l’effetto termosifone, non va neanche malaccio!
NB: come anche altri suoi simili, il Niveum può essere coltivato anche a temperature inferiori, intermedie, come farò io, vedremo i risultati! Doppia curiosità visto che il cartellino, a dire il vero, riporta la scritta Paphiopedilum niveum x sibling… cosa ne verrà fuori?! ?
Foto principale © orchidspecies.com