Non so voi, ma a casa mia tutte le fioriture sono inaspettate. Questa però è particolare, perché davvero il mio Paphiopedilum Pinocchio ha rischiato di non fiorire mai, se non fosse stato per un consiglio prezioso.

Come al solito, prima di tutto sono andata a vedere chi erano i genitori della mia pianta. Il Pinocchio è un incrocio tra Paphiopedilum glaucophyllum e Paphiopedilum primulinum: entrambe sono piante terrestri originarie dell’isola di Sumatra, e crescono su terreni vulcanici.


L’avevo visto in fiore la prima volta a un incontro periodico di orchidofili, portata da una signora molto brava sia con le orchidee che con i dolci (la mitica Rosetta!). Poco dopo, nel reparto sfiorite & disgraziate del nostro garden di fiducia avevo trovato un Pinocchio in condizioni discrete e a prezzo ridotto… e ho deciso di provare.
Passavano le stagioni, e il mio Paphio stentava. Non trovavo grandi indicazioni in rete, se non che i Paphiopedilum si dividono più o meno in due grandi categorie, quelli con foglie striate (da serra intermedia-calda) e quelli con foglie uniformi (da serra intermedia). Il Pinocchio ha le foglie di un bel verde uniforme, e ama temperature tra i 13 e i 20 °C.
Di conseguenza, avevo deciso di rischiare la sorte e di mettere la pianta sul terrazzo, dove per lo meno poteva avere uno sbalzo di temperature tra il giorno e la notte, e di lasciarla lì in posizione ombreggiata fino a ottobre inoltrato. Le gerbere si sono rivelate un ottimo ombreggiante. Il mio Pinocchio si trovava senz’altro bene, faceva foglie e radici, ma di fiori neanche l’ombra.
Un giorno però, sempre davanti al reparto sfiorite & disgraziate del solito garden, ho ricevuto il consiglio della svolta. Stavamo ammirando la desolazione di una decina di phalaenopsis morenti, io e Ornella, quando non so perché ho tirato fuori la storia del mio paphio.
“Ah”, mi dice Ornella, che ha il tocco magico per le piante e riuscirebbe a far fiorire anche i vasi di plastica, “i paphio vanno alla grande con il lapillo”
“Il cosa?”
“Il lapillo! I miei, dopo che li ho trapiantati, fioriscono sempre”.
E mi accompagna a prendere un sacchetto di lapillo.
Fiduciosa, ho liberato il mio Pinocchio dal suo bark semi-marcito, e l’ho messo nel nuovo substrato. Beh, dal travaso in lapillo è passato un anno, e la situazione è questa:

Lo stelo ha già due fiori, e se ne sta formando un terzo, come pare sia consueto con questo tipo di piante. Nel frattempo è già in crescita la nuova vegetazione che, se tutto va bene, fiorirà il prossimo autunno. Le fioriture sono piuttosto prolungate ed è possibile che quando il vecchio stelo ha concluso il suo ciclo, il nuovo sia già pronto a fiorire.
Quindi, riepilogando
- substrato: lapillo (eventualmente anche misto a bark)
- temperatura: intermedia, in estate si può coltivare all’esterno, in ombra luminosa
- annaffiature: regolari, le radici non sono carnose e quindi richiedono umidità costante… l’importante è che il substrato non sia sempre fradicio
Insomma, evviva Ornella! 😀
Scusatemi, anch’io ho lo stesso problema con la stessa pianta. Volevo sapere in che tipo di vaso la devo rinvasare e che lapillo posso prendere. Grazie
Ciao Marina, puoi prendere quello che trovi nei garden, non ho una marca specifica da consigliarti. Posso dirti però che nel frattempo ho provato anche con l’argilla espansa, e mi pare si trovino bene. Per quanto riguarda il vaso, uso quelli di plastica, così posso sempre controllare la situazione… facci sapere! 🙂
Bellissime orchidee, peccato abiti lontano
Grazie Loretta! Se vuoi qualche consiglio scrivici!