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Ibrido primario (cioè fra 2 specie botaniche, Cattleya tenebrosa e milleri) di Rod McLellan Co. del 1965, la Cattleya Zip è un’avventura che per me inizia nel 2017, quando comprai la prima piantina, allora catalogata come Laelia Zip.
Due spate, una vittima e una lunga ricerca dopo, siamo ancora qui alle prese con una delle orchidee più belle in – non troppa – circolazione; ma altrettanto bella è la storia dietro la pianta, scopriamola.
Rod McLellan e la spa per orchidee
Rod McLellan fu nient’altro che il padre della Cattleya Zip, nipote di David, uno che seguendo la corrente dei cercatori d’oro finì a San Francisco alla fine dell’800. Il padre E.W. McLellan, invece, vendeva latte prodotto in zona. Per incentivare i suoi clienti a saldare i debiti iniziò a regalare piante e fiori, ma il risultato fu che arrivarono più ordini di fiori che di latte… La strada era obbligata, insomma.
Rod oscillò un po’ tra rose e gardenie fino a gestire il più grande vivaio di orchidee d’America, Acres of Orchids. Quando ancora non si parlava di riciclo e sostenibilità, si inventò perfino una “Orchids spa”: i locali portavano a svernare le loro orchidee nella stagione di riposo, e tornavano a ritirarle appena prima che fiorissero per dare sfoggio con amici e parenti.
Negli anni ’50 iniziò anche un’opera di educazione pubblica, insegnando alle persone come coltivare le orchidee. Il messaggio era chiaro: non erano piante difficili o per ricchi, ma per tutti.
Si dice addirittura che nel 1947 arrivò in vivaio una richiesta segreta da Buckingham Palace: i reali attendevano un bouquet di orchidee bianche per il matrimonio di Elisabetta e Filippo!
Il vivaio prosperava, tanto che negli anni d’oro a Acres of Orchids arrivavano turisti, visitatori, nobili europei, politici e star del cinema, e fino alla fine degli anni ’90 chiunque avesse voglia di farsi 2 passi fra i fiori e respirare un po’ di aria esotica poteva andare da McLellan, a South San Francisco.
Oggi la società si è spostata più a sud, a Watsonville, ed è stata comprata dalla Taiwanese Sugar Company (Taisuco), uno dei più grossi produttori di orchidee al mondo. E dove prima c’erano serre e turisti ora ci sono case.
Sad but true.
Cattleya Zip: i genitori
Ma veniamo alle cose tecniche.
Cattleya Zip è un incrocio fra due bellocce di prim’ordine: Cattleya tenebrosa x Cattleya milleri.
Fino a qualche anno fa classificata fra le Laelia, ora entra nei ranghi delle Cattleya, entrambi generi originari del Centro-Sud America che spaziano dalle zone semi desertiche del Messico fino alle foreste pluviali brasiliane. Tenebrosa e milleri, in particolare, ci catapultano direttamente in Brasile.
Cattleya tenebrosa
Siamo nello stato di Espírito Santo, proprio sopra Rio de Janeiro, lungo la costa dell’oceano Atlantico. A fine ‘800 il botanico John Rolfe descrive la Laelia tenebrosa come una variante della Laelia grandis, salvo poi assegnarle una specie tutta sua nel 1893.
Vedere una Cattleya tenebrosa in fiore è uno spettacolo: steli con 2-3 fiori immensi (circa 15 cm) dal fantastico color bronzo/rame e il labello sui toni del viola. In natura è considerata estinta, ma nelle nostre case e serre non dovrebbe davvero mancare.
La Cattleya tenebrosa è un’orchidea da clima caldo/intermedio, con temperature massime attorno ai 30° C e minime non sotto i 15° C. Fiorisce a inizio estate e, come le sue simili, necessita di molta luce indiretta (35.000/40.000 lux), anche se può sopportare condizioni di luminosità minore di altre Cattleya.
Cattleya milleri
Per trovarla dovremmo viaggiare nello stato Minas Gerais, proprio di fianco a quello di Espirito Santo; ma ahimè, anche in questo caso è molto probabile che ormai sia estinta…
La Cattleya milleri è una miniatura litofita, cioè che vive sulle rocce, su affioramenti di pietra ferrosa o ai piedi dei cespugli di Vellozia ad un’altitudine che va dagli 800 ai 1.300 m. Le condizioni di coltivazione spaziano dall’intermedio al fresco.
I fiori della grandezza di circa 5 cm compaiono nella tarda primavera/inizio estate e sono di un forte rosso/arancione.
Cattleya Zip: cura e coltivazione
In giro per il web non si trova granché sulla coltivazione della Cattleya Zip, ma tutto sommato possiamo fare riferimento alle condizioni ideali per qualsiasi Cattleya, quindi:
- Luce abbondante ma, almeno in estate, non diretta. In autunno/inverno può sopportare un po’ di luce diretta.
- Annaffiature frequenti, aspettando sempre che il substrato asciughi prima di dare di nuovo acqua.
- Concimare settimanalmente con 1/4 della dose consigliata. In autunno/inverno dimezzo la frequenza.
La solita triade luce-acqua-concime, insomma.
In primavera/estate
Appena le temperature notturne sono sopra i 15° C potete spostare la Cattleya Zip all’esterno, io tengo tutte le Cattleya appese a una pianta in ombra molto luminosa.
Do da bere ogni giorno, ma prima di farlo assicuratevi che il substrato sia asciutto, perché ognuno ha condizioni diverse (io, ad esempio, uso vasi in plastica forati che asciugano prima).
La pianta fiorisce più o meno a tarda primavera, getta nuovi pseudobulbi e produce anche le spate, da cui a primavera successiva spunteranno gli steli floreali – se abbiamo fatto tutto correttamente –.
In autunno/inverno
Sposto la pianta in casa, ma non serve darle un periodo di riposo fresco, avrà già qualche grado in meno. È sufficiente ridurre le annaffiature e le concimazioni, cosa che verrà automatica dato che il substrato tendenzialmente asciuga in tempi più lunghi. Potete anche alternare con delle spruzzature alle radici.
Consigli
Posizione
La prima Zip che ho avuto è amaramente morta fra gli stenti, dopo aver generato 2 spate in piena estate. La delusione concente mi ha fatto rinnegare per mesi le orchidee tutte.
L’errore è stato aver posizionato il vaso su uno scaffale di legno all’esterno, visitato spesso e volentieri dalle lumache. Un bel giorno ho trovato l’orchidea senza radici e ogni tentativo di recuperarla è stato inutile.
Tra l’altro ci ho messo mesi a liberarmi dalle lumachine che avevano infestato altri vasi.
Dopo una lunghissima ricerca, ora ho una nuova pianta che finirà come le altre Cattleya che ho, appesa ad un ramo di ulivo, con controlli severi che neanche il KGB.
Osservazione
Le Cattleya sono piante molto resistenti, ma continuate a osservare lo stato di salute e le radici per scovare eventuali problemi.
In particolare, occhio alla cocciniglia, che si può nascondere sotto alle radici, proprio alla base della pianta, sotto le foglie oppure nella guaina che protegge gli pseudobulbi.
Rinvasi
Quando dovete cambiare il substrato o il vaso, controllate da che parte sta crescendo. La Cattleya è un’orchidea simpodiale, cioè “cammina”, striscia, emettendo nuovi pseudobulbi uno dopo l’altro. Rinvasate tenendo le vecchie vegetazioni vicino al bordo, in modo da lasciare tutto lo spazio possibile a quelle nuove.
Dove comprarla
Non è stato facile trovarla, ma al vivaio francese Les Orchidées de la Belle Étoile avevano un paio di bellissimi esemplari.
E tra le altre cose, questo venditore è stato una piacevolissima sorpresa: cordiali, veloci a rispondere, la pianta è arrivata in 3 giorni (in un caldissimo mese di giugno), ben impacchettata e con un piccolo omaggio.
Vivaio fornito e consigliatissimo 👌👌👌
In caso non avessero altre disponibilità, fate ogni tanto delle ricerche su web tra i rivenditori europei.
Fonti per l’articolo: ssf.net, arcgis.com